giovedì 30 settembre 2010

Il nonno è cotto!



Per par condicio dopo il pisolino alla Camera berlusconi si addormenta anche al senato.

E il nonno si addormenta...

Parla cicchitto, berlusconi festeggia (si fa per dire) il suo settantaquattresimo (74!) compleanno e come tutti i nonni attempati si addormenta sulla panchina del Parlamento.

mercoledì 29 settembre 2010

Biografie.

Riportiamo le biografie di alcuni transfughi che hanno aderito al pdl non tanto per interessi personali ma per il bene della nazione, per il buongoverno e per salvare l'italia dal pericolo comunista.


cuffaro salvatore.


Durante la sua prima presidenza alla Regione Siciliana Cuffaro è entrato, insieme ad altri, nel registro degli indagati per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti tra il clan di Brancaccio e ambienti della politica locale[6].Con gli elementi raccolti, gli inquirenti ritengono che, attraverso Antonio Borzacchelli e Miceli (precedentemente assessore UDC al Comune di Palermo, legato a Cuffaro) e grazie alle talpe presenti nella Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, Cuffaro abbia informato Giuseppe Guttadauro, boss mafioso ma anche collega medico di Miceli all'Ospedale Civico di Palermo, e Michele Aiello, importante imprenditore siciliano nel settore della sanità, indagato per associazione mafiosa, di notizie riservate legate alle indagini in corso che li vede coinvolti.
Nel settembre del 2005, Cuffaro per questi fatti, negati dall'interessato, è stato rinviato a giudizio per favoreggiamento aggravato alla Mafia e rivelazione di notizie coperte da segreto istruttorio, mentre non è stata accolta l'accusa di concorso esterno. Secondo il GUP è accertato che abbia fornito all'imprenditore Aiello informazioni fondamentali per sviare le indagini, grazie a una fonte non ancora nota, incontrandolo da solo in circostanze sospette, riferendo che le due talpe che gli fornivano informazioni sulle indagini che lo riguardavano erano state scoperte. Nell'incontro, anche una discussione riguardante l'approvazione del tariffario regionale da applicarsi alle società di diagnosi medica posseduta dall'imprenditore. Aiello ha ammesso entrambi i fatti, Cuffaro afferma soltanto che si sia discusso delle tariffe. Il GUP ipotizza inoltre che il mafioso Guttadauro sia venuto a conoscenza da Cuffaro delle microspie, in funzione del suo rapporto con Aiello, sempre per via del contatto con i due marescialli corrotti, in servizio ai nuclei di polizia giudiziaria della Procura di Palermo, uno dei quali è stato l'autore del piazzamento delle microspie. Secondo una perizia ordinata dal tribunale nel corso del processo a Miceli, nei momenti in cui si è scoperta a casa di Guttadauro la microspia, sarebbero state confermate le testimonianze secondo le quali la moglie del boss mafioso ha dato merito a Totò Cuffaro del ritrovamento.
Nel dicembre 2006, Miceli è stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, condanna confermata in appello il 16 ottobre 2008, con pena ridotta a sei anni e mezzo.
I "cannoli del presidente".
Il 15 ottobre 2007 il procuratore aggiunto del processo a Cuffaro, Giuseppe Pignatone, ha chiesto 8 anni di reclusione per l'attuale Presidente della Regione Siciliana, per quanto riguarda i seguenti capi d'imputazione:
favoreggiamento a Cosa Nostra
rivelazione di segreto d'ufficio
Il 18 gennaio 2008 Cuffaro viene dichiarato colpevole di favoreggiamento semplice nel processo di primo grado per le 'talpe' alla Dda di Palermo. La sentenza di primo grado condanna Cuffaro a 5 anni di reclusione nonché all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Cuffaro assiste alla lettura della sentenza nell'aula bunker di Pagliarelli e dichiara immediatamente di non essere intenzionato ad abbandonare il suo ruolo di presidente della Regione Siciliana. Nel frattempo, la pubblicazione di una serie di foto che lo ritraggono con un vassoio di cannoli, mentre apparentemente festeggia per non essere stato condannato per favoreggiamento della mafia[13], provoca un grande imbarazzo. Il 24 gennaio 2008 l'Assemblea regionale siciliana respinge la mozione di sfiducia (53 voti contro 32) presentata dal centrosinistra. Nonostante il voto di fiducia del Parlamento siciliano, Cuffaro si dimette due giorni dopo, nel corso di una seduta straordinaria dell'Assemblea. Il processo d'appello è iniziato il 15 maggio 2009 alla terza sezione della Corte d'appello di Palermo.
È inoltre accusato dal pentito di mafia Massimo Ciancimino (figlio dell'ex sindaco mafioso Vito Ciancimino) di aver intascato tangenti. Per questo è iscritto nel registro degli indagati della DDA di Palermo per concorso in corruzione aggravata dal favoreggiamento di Cosa Nostra assieme ai politici dell'Udc Saverio Romano e Salvatore Cintola e del Pdl Carlo Vizzini.
La condanna all'interdizione perpetua dai pubblici uffici non gli impedisce di sedere in Parlamento come Senatore nelle file dell'UDC.
Nell'ottobre del 2009 il pentito Gaspare Romano, imprenditore condannato per aver favoreggiato Giovanni Brusca, accusa Cuffaro di aver partecipato ad un pranzo con i mafiosi Santino Di Matteo, uno degli assassini di Giovanni Falcone, ed Emanuele Brusca, fratello di Giovanni.
Nello stesso periodo gli perviene un nuovo avviso di conclusione delle indagini per concorso esterno in associazione mafiosa, fatto che presuppone un nuovo rinvio a giudizio. La Magistratura presume che Cuffaro sia stato sostenuto elettoralmente dalla mafia sin dall'inizio degli anni novanta e che perciò sia a disposizione delle cosche.
Il 23 gennaio 2010 la Corte d'Appello di Palermo condanna Cuffaro a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato nel processo 'talpe alla Dda'. Rispetto alla sentenza di primo grado la pena è stata inasprita di ulteriori due anni, con l'aggravante di aver favorito Cosa Nostra. Dopo la sentenza Cuffaro ha annunciato di lasciare ogni incarico di partito e di voler ricorrere alla Corte di Cassazione.
Nel giugno 2010 la Procura della Repubblica di Palermo dispone una indagine sul patrimonio di Cuffaro, per accertare una eventuale sproporzione tra il patrimonio dell'ex presidente e il reddito dichiarato.
Il 28 giugno 2010 i pm Nino Di Matteo e Francesco Del Bene hanno chiesto la condanna a 10 anni di reclusione per Cuffaro, imputato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo con rito abbreviato in corso a Palermo. La richiesta di pena tiene conto dello sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato.
È stato soprannominato da alcuni giornalisti "Totò vasa vasa" ("bacia bacia" in siciliano) per la sua abitudine di salutare tutti quelli che incontra con due baci sulla guancia.

calogero mannino.

Il 24 febbraio 1994 la Procura di Palermo avvia un'inchiesta nei confronti di Calogero Mannino, con la notifica di un avviso di garanzia, che viene arrestato il 13 febbraio del 1995 con l'accusa di concorso in associazione mafiosa: secondo l'accusa, poi rivelatasi insussistente, Mannino avrebbe stretto un patto con la Mafia per avere voti in cambio di favori. Dopo un periodo di detenzione (nove mesi di carcere e tredici di arresti domiciliari), durante il quale si mette in moto un'ampia mobilitazione sostenuta anche da una raccolta di firme per la scarcerazione motivate dalle sue precarie condizioni di salute, nel gennaio del 1997 viene rimesso in libertà per scadenza dei termini di custodia cautelare.
Nel 2001 Mannino è assolto in primo grado perché il fatto non sussiste.
L'assoluzione viene impugnata dal Pubblico Ministero e la Corte d'Appello di Palermo, nel maggio 2003, lo riconosce colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa fino al 1994, e condanna Mannino a 5 anni e 4 mesi di reclusione.
Nel 2005 la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna riscontrando un difetto di motivazione, rinviando ad altra sezione della Corte d'Appello. Nell'occasione il Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, nel chiedere l’annullamento della sentenza di condanna, così si esprime: “Nella sentenza di condanna di Mannino non c’è nulla. La sentenza torna ossessivamente sugli stessi concetti, ma non c’è nulla che si lasci apprezzare in termini rigorosi e tecnici, nulla che possa valere a sostanziare l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Questa sentenza costituisce un esempio negativo da mostrare agli uditori giudiziari, di come una sentenza non dovrebbe essere mai scritta...”.
Il 22 ottobre 2008, riprendendo la sentenza di primo grado, i giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo assolvono Mannino perché il fatto non sussiste. La procura generale di Palermo in seguito impugna l'assoluzione, facendo ricorso in Cassazione.
Il 14 gennaio 2010, la Corte di Cassazione assolve definitivamente l'ex ministro democristiano, confermando le tesi contenute nella sentenza d'appello.

saverio francesco romano.

Saverio Romano, nel 2003, è stato indagato dalla Procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Il 1º aprile 2005 il gip ha accolto la richiesta di archiviazione della Procura con la seguente motivazione: «Gli elementi acquisiti non sono idonei a sostenere l' accusa in giudizio».
Nel 2009, il testimone di giustizia, dichiarante di mafia, Massimo Ciancimino (figlio dell'ex sindaco mafioso Vito Ciancimino) lo accusa di avergli pagato tangenti per 100 mila euro per questo è iscritto nel registro degli indagati della DDA di Palermo per concorso in corruzione aggravata dal favoreggiamento di Cosa Nostra assieme ai politici dell'Udc Totò Cuffaro e Salvatore Cintola e del Pdl Carlo Vizzini.


giuseppe drago.


Nel 2003 è stato condannato in primo grado per il reato di peculato dal Tribunale di Palermo, con sentenza della prima Sezione penale del 3/2 - 8/10/2003, alla pena di tre anni e tre mesi di reclusione, per essersi appropriato di fondi riservati della Regione Siciliana. Il 24 gennaio 2003 è stato condannato dalla Sezione giurisdizionale per la Sicilia della Corte dei Conti "a restituire alla Regione Siciliana la somma di euro 123.123,00 per l'utilizzo improprio, anche dopo le dimissioni dalla carica, di tali fondi riservati". Nel novembre del 2006 la Corte di appello di Palermo conferma la condanna.
Nel maggio 2009 la Corte di Cassazione, sesta sezione penale, con sentenza n. 23066, conferma la condanna a tre anni e l'interdizione dai pubblici uffici (per una durata da stabilire in sede di esecuzione della pena), nei confronti degli ex presidenti della Regione Siciliana Giuseppe Drago e Giuseppe Provenzano che si sono appropriati, senza fare rendiconti, dei fondi riservati della Presidenza della Regione; per entrambi, la pena è condonata. La questione era stata sollevata dall'on. Angelo Capodicasa, presidente della Regione Siciliana che li ha succeduti. A causa della pena accessoria, applicata con ordinanza della Corte di appello di Palermo del 13 novembre 2009, dell'interdizione dai pubblici uffici temporanea, Giuseppe Drago dovrebbe perdere il diritto ad occupare il seggio alla Camera dei deputati.

fonte Wikipedia.

lunedì 27 settembre 2010

Senza parole...

-bossi. "Basta con Senatus Populusque Romanus, 'il Senato e il popolo romano', io dico 'sono porci questi romani'". Il figlio trota fa finta di capire e ride. 
-maroni. "Nessuna delle famiglie che saranno allontanate dai campi nomadi regolari di Milano e che hanno i titoli per restare in città, saranno ospitate in alloggi popolari, come originariamente previsto nel piano per l'emergenza rom...Il campo rom di Triboniano verrà chiuso e chi stava dentro e ha i titoli per restare in città avrà una sistemazione, escludendo l'utilizzo di case Aler o nella disponibilità del patrimonio immobiliare del Comune....Occorre dotarsi di strumenti per arginare la presenza di stranieri". Il ministro maroni non sa che molti dei rom residenti italiani vengono dalla diaspora rom causata dal genocidio nazista e sono a tutti gli effetti cittadini italiani forse molto di più di certa gentaglia leghista!

Sono indignato, incazzato, umiliato, esterefatto. Dove stanno tutti quelli che hanno votato questo governo? Condividono anche loro questi atteggiamenti e queste parole?????!!!!!

martedì 21 settembre 2010

Aiuti al terzo mondo. Dall'Italia tante promesse....


ORMAI è prassi: per dirsi soddisfatti del risultato di un summit internazionale, i Paesi partecipanti se ne devono sempre uscire con una dichiarazione di buoni intenti, la più ambiziosa e politically correct possibile. FAO, G8 e quant'altro, ci siamo abituati come fosse una nenia. Oggi, com'è giusto che sia, si fa un gran parlare del summit delle Nazioni Unite sugli Obiettivi del Millennio di New York. Un incontro multilaterale che almeno ha il pregio di essere prima di tutto una verifica rispetto a un impegno importante, dichiarato 10 anni fa: eliminare la povertà estrema entro il 2015.

La Dichiarazione del Millennio del 2000 stabilì un programma preciso su cui lavorare, tempi da rispettare, chi e come avrebbe dovuto fare il lavoro. Guardando i dati, si può dire che in 10 anni alcuni progressi ci sono stati - e questo emergerà dal summit - ma oltre a rilanciare bisognerà anche fare attenzione a chi si prenderà il merito di quanto fatto fin'ora. La vera novità del 2000 fu che gli 8 Obiettivi vennero affidati principalmente ai Paesi poveri: 7 a loro e uno solo a quelli ricchi. Insomma chi aveva il problema era incaricato di risolverlo nel nome della diversità, secondo piani precisi, gestendo le risorse messe a disposizione da altri. Molti Paesi negli anni si sono rivelati virtuosi: Mozambico, Ghana, Ruanda e Tanzania per esempio, nonostante l'Africa resti il continente più in ritardo. Anche in Asia si sono fatti passi importanti, però c'è chi non ha fatto la sua parte, e anche in modo clamoroso.

Il punto otto ci fa riflettere, e arrabbiare. Si chiama "partenariato globale per lo sviluppo" ed è la promessa dei Paesi più ricchi, tra cui l'Italia naturalmente, di destinare entro il 2015 lo 0,7% del proprio Pil in "Aiuto pubblico allo Sviluppo". Il Pil non misurerà la felicità, ma in questo caso ci aiuta a misurare l'impegno dei nostri governi su quelle che dovrebbero essere le loro priorità. Svezia, Norvegia, Lussemburgo, Danimarca, Olanda e Belgio hanno già superato lo 0,7%. Gran Bretagna, Francia, Spagna e Germania ci stanno lavorando. Gli altri molto meno, tanto che la media è soltanto dello 0,31%. Tra l'altro, ieri Sarkozy in apertura ha rilanciato con forza l'idea rivoluzionaria di una tassa globale sulle transazioni finanziarie. E l'Italia? No, non siamo gli ultimi come da buoni maligni e disfattisti avrete già pensato. Siamo penultimi, prima della Corea del Sud. Siamo allo 0,1%.

Si direbbe quasi che siamo i campioni nel fare promesse e non mantenerle, oppure nel giochino di rifare sempre la stessa promessa a ogni summit, che sembra il preferito dei ricchi. Nel 2005, durante il G8, ci siamo impegnati per lo Sviluppo in Africa. Dopo quattro anni abbiamo raggiunto soltanto il 3% di quanto promesso. E ciò che è stato detto dopo il G8 dell'Aquila? È innegabile che siamo di fronte a una palese mancanza, speriamo non dettata da una precisa strategia politica. La Fao ci comunica che dopo continui aumenti, il numero degli affamati e dei denutriti quest'anno finalmente è sceso sotto il miliardo. Forse hanno iniziato a fare meglio il loro dovere, ma c'è poco da rallegrarsi perché restano oltre 900 milioni le persone in drammatica difficoltà, una cifra scandalosa. Inoltre sono già piovute critiche da parte del mondo religioso e laico impegnato sul campo: spesso queste cifre sono figlie di congiunture internazionali, non fotografano realmente il problema. Una dichiarazione siffatta una settimana prima del summit di New York suona tanto come un voler mettere le mani avanti.

Dove si è potuto intervenire con la formula della partnership prevista dalle Nazioni Unite nel 2000, invece, le cose sembrano aver funzionato di più, sembra la strada giusta. Ora, di fronte al mondo, l'Italia come giustifica la sua indifferenza?

Ci risponderanno - se prima non daranno la colpa all'avversario politico di turno - che viviamo in tempi di crisi e che nel 2000 non si poteva prevedere cosa ci è piovuto tra capo e collo negli ultimi anni. Nonostante questo però c'è stato chi il suo dovere l'ha fatto, anche in anticipo rispetto ai patti. Forse i nostri grandi statisti non sono in grado di comprendere che un mondo in cui si è sconfitta la povertà è un mondo migliore, in cui tutti trarrebbero giovamento. Meno migrazioni, per esempio. Che bello spot sarebbero per la Lega, così preoccupata di chi attraversa i nostri confini, gli aiuti umanitari di Governo, se fossero reali. È desolante leggere le cronache politiche italiane, delle nostre beghe da cortile, mentre a New York si parla di risolvere il problema della povertà estrema.

In Italia la più attiva è sempre la società civile. C'è la campagna della Coalizione Italiana contro la Povertà, cui hanno aderito in tanti, che proprio in questi giorni promuove l'adesione alla Campagna "Stand Up! Take Action!" sugli Obiettivi del Millennio. L'anno scorso aderirono 173 milioni di persone nel mondo e più di 800.000 mila in Italia: un italiano su settanta. La società civile lo vuole, ma i Governi sembrano sordi, e sempre dalla parte dei ricchi. Per esempio, come fanno le Nazioni Unite a tollerare che oggi nel mondo siano in atto speculazioni finanziarie sulle materie prime alimentari? Ci sono fondi finanziari internazionali che con una sola operazione sono in grado di accaparrarsi intere percentuali della produzione mondiale di grano, riso o mais e di bloccarle nei magazzini. Sono operazioni che andrebbero vietate, controllate e poi punite a livello internazionale, perché si tratta di speculazioni che se a noi poi costano l'aumento di qualche centesimo per un chilo di pasta, per intere popolazioni invece rappresentano la fame. Proprio in Mozambico, uno Stato che s'è distinto nell'impegno verso gli Obiettivi del Millennio, nei giorni scorsi sono scoppiate rivolte per il pane. Un buon lavoro di anni può essere vanificato con un clic per una transazione finanziaria.

Gli Obiettivi del Millennio, in materia di lotta alla fame e alla povertà, possono essere mantenuti e ampiamente superati. Siamo la prima generazione mondiale che ha tutti i mezzi per farcela. Si può davvero fare tanto con poco, mentre l'Italia non fa niente.

lunedì 20 settembre 2010

Sturmtruppen


Il ministro della difesa la russa e l'ineffabile ministra gelmini hanno siglato un accordo che prevede, per i rudi studenti lombardi, un corso paramilitare dal titolo "allenati per la vita". Riportiamo dal bando del corso gli elementi più significativi:

Il Progetto "Incontri Esercito Scuola” costituisce una delle iniziative del Protocollo “Allenarsi alla Vita” siglato a Milano il 5 ottobre 2009 dal Dirigente Scolastico Regionale Lombardia Dott.
Giuseppe Colosio e dal Comandante Militare Esercito Lombardia Generale Camillo De Milato.
Tale iniziativa è supportata dalla sinergia tra il Ministero della Pubblica Istruzione e il Ministero della Difesa che viene sempre di più sospinta dal Ministro Gelmini e dal Ministro La Russa.

Il programma è costituito da 6 incontri addestrativi (inizio 24 ottobre), così suddivisi:
1. CULTURA MILITARE (!)
2. TOPOGRAFIA ED ORIENTAMENTO
3. DIRITTO COSTITUZIONALE
4. DIFESA NUCLEARE, BATTERIOLOGICA E CHIMICA (!!!!!)
5. TRASMISSIONI
6. ARMI E TIRO (!!!!!!!)
7. BLS E PRIMO SOCCORSO
8. MEZZI DELL’ESERCITO
9. SUPERAMENTO OSTACOLI
10. SOPRAVVIVENZA IN AMBIENTI OSTILI.

E' previsto un corso di orientiring (ma non di inglese!), di tiro con l'arco e con la pistola ad aria compressa.

I cadetti (!) vengono suddivisi in squadre da 4 elementi, che si dovranno organizzare in modo da avere un Team Leader ed almeno un navigatore.
Le prove che le pattuglie (!) devono affrontare nella competizione provinciale sono strutturate come situazioni e simulazioni e richiedono ai concorrenti un approccio di squadra, capacità di analisi e competenze pratiche.
La gara si basa su un preciso ordine di operazione e le prove sono inerenti allo svolgimento della missione, per accentuare il coinvolgimento nel ruolo assegnato.

giovedì 16 settembre 2010

Il Tricolore

Assurdo! La polizia ferma ed identifica a Venezia alcuni cittadini perché sventolavano la bandiera italiana: "Girare oggi col Tricolore è una provocazione" affermano i poliziotti!!!!!!

martedì 14 settembre 2010

Cristiani


Episodio 1.
I libici sparano su un peschereccio italiano ad altezza d'uomo con una motovedetta gentilmente regalata dall'amico silvio. Il ministro maroni, genuflesso verso l'amico gheddafi, cerca di scusarlo: "Gli amici libici pensavano di sparare a dei clandestini". Si sa la stagione della caccia è aperta ed i clandestini sono animali da preda per il nostro governo!

Episodio 2.
Festa dei popoli padani (pagani?). Bossi battezza con l'acqua del Po i suoi ministri, il figlio trota e i governatori leghisti che chinano la testa partecipi e compiti. La magistratura sta valutando se agire per vilipendio della religione o per tentato omicidio con mezzo improprio (i batteri fecali delle acque del Po).

Episodio 3.
Ad Adro, infelice paesotto delle brume padane, il sindaco leghista, tal oscar lancini, già tristemente famoso per avere negato la mensa agli alunni indigenti del paese, inaugura la scuola e la riempie di crocifissi (inchiodati ai muri in modo che nessuno li possa togliere) e del simbolo della lega (il famoso Sole delle Alpi che è verde poveretto per la nebbia e per l'itterizia). Il Sole della Alpi (che, a pensarci bene, più che un simbolo è un ossimoro) viene disegnato sul tetto, sugli zerbini, sui banchi e sulla carta igienica.

Episodio 4.
La Francia, fino ad ieri paese civile, decide di rispedire indietro gli Zingari. I poveri alloggi vengono distrutti e tutti vengono imbarcati con biglietto di sola andata. La comunità europea protesta e censura ma il sindaco di Roma, tal alemanno (che visto il cognome annovererà fra gli avi sicuramente i barbari che misero a ferro e fuoco la città eterna) decide di fare di più distruggendo con le ruspe gli accampamenti.

lunedì 13 settembre 2010

Amici miei


L'amico gheddafi non ha aspettato molto nel manifestare l'affetto verso berlusconi e gli italiani. Una motovedetta libica, donata da silvio all'amico libico per contrastare l'immigrazione clandestina, con a bordo militari italiani nella veste di osservatori, ha mitragliato un peschereccio siciliano. Per il ministro frattini i libici che, si sa, sono dei buontemponi, si sono limitati a sparare in area così per scherzo...Peccato che il peschereccio sia crivellato dai colpi. Chissà quante risate si saranno fatti silvio e gheddafi.

stracquadanio


giorgio clelio stracquadanio non è uno scioglilingua di quelli scemi ma impossibili quanto piuttosto un deputato di quelli che non si fanno mancare nulla: eletto con forza italia passa al gruppo della "democrazia cristiana per le autonomie" (ma senza lasciare forza italia e aderendo nel contempo al gruppo radicale trasnazionale!), scrive per "libero" di feltri e collabora alla "free foundation" presieduta da renato brunetta, editorialista del "tempo" è consigliori politico della minestra gelmini. In ossequio a tanto impegno non sempre è in grado di collegare la bocca al cervello. Sentite l'ultima: «Se anche una deputata o un deputato facessero coming out e ammettessero di essersi venduti (prostituiti n.d.r.) per fare carriera o per un posto in lizza non sarebbe una ragione sufficiente per lasciare la Camera o il Senato...Ognuno per fare carriera utilizza quello che ha...». Cosa ne pensa mariastella?

domenica 12 settembre 2010

Arbitro comunista


I poveri arbitri hanno da sempre sopportato con stoicismo gli insulti più fantasiosi. Ma l'invettiva che berlusconi ha riservato a Carmine Russo, reo di non aver fatto vincere il milan del padrone, è senz'altro sorprendente: "Arbitro comunista!".
La federazione si adegui magari importando i prossimi arbitri dalla Russia di putin o dalla Libia di gheddafi.
p.s. a pensarci bene, col senno del poi, qualche dubbio che gli arbitri fossero tutti comunisti lo si doveva avere se è vero, come è vero, che a volte esibiscono con malcelata soddisfazione un libretto rosso!

sabato 11 settembre 2010

putin? Un dono del Signore!!


Nikolaj Zurbin è un serioso accademico russo, severo e compassato, ma....ahilui non è riuscito a trattenere le risate quando silvio ha arringato la platea russa definendo putin "un dono del Signore". Ancora ride quando racconta l'episodio:
"Non riuscivo proprio a trattenermi il suo è stato un vero colpo da maestro. Stavamo ancora sbadigliando per il discorso così serioso del presidente coreano quando Berlusconi ci ha svegliato di colpo con quelle cose che non c'entravano niente, con quelle sparate su Putin dono di Dio, con quei riferimenti incomprensibili all'Italia. Politicamente, un livello basso, non adeguato a un premier di un paese importante. Però ci siamo divertiti. Secondo me voleva proprio questo e ci è riuscito perfettamente. Tempi e pause da vero showman...".

giovedì 9 settembre 2010

Fermati un momento per Angelo Vassallo


Venerdì 10 alle ore 10.30 in punto ovunque tu sia, qualunque cosa tu stia facendo. Perchè l'hanno ucciso con nove colpi di pistola, ad Acciaroli. Perchè era un uomo e un sindaco con la schiena dritta. Perchè alle 11 lo seppelliscono, ma non vogliamo che seppelliscano i suoi sogni. Perchè non potremo essere lì, ma vogliamo che la sua famiglia senta forte il nostro abbraccio. Perchè dal minuto dopo continueremo il nostro impegno con più forza. Perchè così abbiamo imparato ad onorare la memoria delle vittime innocenti delle mafie.

Appello promosso dall'associazione antimafia Libera presieduta da Don Luigi Ciotti.

lunedì 6 settembre 2010

I soldi alla scuola


Vacche magre per la scuola? Non è sempre vero! Il governo ha infatti deciso uno stanziamento di 800 mila euro per la scuola bosina. Non lasciatevi ingannare dal nome da barzelletta, la scuola bosina esiste ed è stata fondata niente poco di meno che da quel faro di cultura pedagogica che è la signora manuela maroni, povera maestra elementare emigrata dalla Sicilia in padania alla ricerca di fortuna ma incappata in bossi che l'ha impalmata (due i proverbi: "Dio li fa e fra loro si accoppiano" va bene ma come la mettiamo con "moglie e buoi dei paesi tuoi"?).
Ma torniamo alla bosina ed alla sua mission (il primo che ride....): "Intitolata a Giuseppe Talamoni, (pittore, attore, commediografo, scenografo, poeta e ideatore della maschera varesina Pin Girometta, oltre che fondatore del gruppo folcloristico bosino (c...! verrebbe da dire! n.d.r.)), la Scuola Bosina nasce con la Scuola Primaria, come Associazione culturale per l’educazione e l’istruzione dei giovani. La sede originaria è a Calcinate del Pesce, in Via Maggiora n°38...." ed in afflato (effluvio? flatuenza?) poetico "...gli uomini sono come gli alberi, se non hanno radici sono foglie al vento e i bambini sono i semi che devono trovare il nutrimento dalla terra in cui vivono per diventare querce secolari, di quelle che affrontano le tempeste della vita rimanendo sempre salde al terreno..." (Dal sito della scuola).
Come negare un generoso finanziamento?
p.s. Per chi nutrisse qualche dubbio sulle capacità pedagogiche della scuola bosina e della sua Maestra ricordiamo i successi scolastici di bossi junior detto la trota.

venerdì 3 settembre 2010

Il governo del fare ovvero Cicero pro domo sua


Nel corso della XIV Legislatura e della XVI Legislatura, sotto i governi berlusconi II, berlusconi III e berlusconi IV sono state approvate numerosi atti legislativi che hanno sollevato aspre critiche in quanto ritenute leggi ad personam. Tali contestazioni hanno affermato che la maggioranza di centrodestra abbia ricorso a tale espediente per alleggerire la posizione processuale di berlusconi stesso. Tra le tante, è stato rilevato come le seguenti abbiano ridotto le pendenze giudiziarie o abbiano in qualche modo favorito gli interessi del Presidente del Consiglio:

Legge sulle rogatorie internazionali (L. 367/2001): limitazione dell'utilizzabilità delle prove acquisite attraverso una rogatoria (trova applicazione anche al processo "Sme-Ariosto 1" per corruzione in atti giudiziari)
Depenalizzazione del falso in bilancio (L. 61/2002): modifica della disciplina del falso in bilancio (nei processi "All Iberian 2" e "Sme-Ariosto2" berlusconi viene assolto perché "il fatto non è più previsto dalla legge come reato")
"Legge cirami" (L. 248/2002): introduzione fra le cause di ricusazione e trasferimento del processo del "legittimo sospetto sull'imparzialità del giudice" (la norma è sistematicamente invocata dagli avvocati di berlusconi e Previti nei processi che li vedono imputati)
"Lodo schifani" (L. 140/2003): introduzione del divieto di sottoposizione a processo delle cinque più alte cariche dello Stato tra le quali il Presidente del Consiglio in carica, dichiarata incostituzionale dopo pochi mesi, con sentenza della Corte costituzionale n. 13 del 2004
Decreto-salva Rete 4 (D.L. 352/2003): introduzione di una norma 'ad hoc' per consentire a Rete 4 di continuare a trasmettere in analogico
"Legge gasparri" (L. 112/2004): introduzione del SIC ("Sistema Integrato delle Comunicazioni") che ha per effetto di estendere il numero di canali televisivi che un singolo soggetto può avere in concessione (la norma consente di evitare la riduzione del numero di concessioni del gruppo Mediaset)
Condono edilizio nelle aree protette (L. 308/2004): estensione del condono edilizio alle zone protette (comprensiva la villa "La Certosa" di proprietà di berlusconi)
"Legge ex cirielli" (L. 251/2005): riduzione dei termini prescrizione (denominata anche legge salva-previti, ha introdotto una riduzione dei termini di prescrizione per gli incensurati e trasformato in arresti domiciliari la detenzione per gli ultrasettantenni, consentendo l'estinzione per prescrizione dei reati di corruzione in atti giudiziari e falso in bilancio nei processi "Diritti tv Mediaset" e”mills” a carico di berlusconi)
"Legge pecorella" (L. 46/2006): introduzione dell'inappellabilità da parte del PM delle sentenze di proscioglimento, dichiarata incostituzionale dopo pochi mesi, con sentenza della Corte costituzionale n. 26 del 2007
"Lodo alfano" (L. 124/2008): introduzione di un nuovo divieto di sottoposizione a processo delle cinque più alte cariche dello Stato tra le quali il Presidente del Consiglio in carica, dichiarata incostituzionale dopo un anno, con sentenza della Corte costituzionale n. 262 del 2009.
Secondo una inchiesta del quotidiano La Repubblica, a firma del giornalista Giuseppe D'Avanzo, le leggi approvate dal 2001 ad oggi dai governi di centrodestra che hanno prodotto benefici effetti per berlusconi e le sue società sarebbero state diciassette. Oltre ai dieci provvedimenti sopra menzionati, il quotidiano romano considera quali leggi ad personam ulteriori sette atti legislativi:

Legge "tremonti bis" (L. 383/2001): abolizione dell'imposta su successioni e donazioni per grandi patrimoni, che in precedenza era applicata fino a 350 mln (trova applicazione a tutti i grandi patrimoni familiari, incluso quello della famiglia berlusconi)
Decreto salva-calcio (D.L. 282/2002): concessione alle società sportive della possibilità di diluire le svalutazioni dei giocatori sui bilanci in un arco di dieci anni, con importanti benefici economici in termini fiscali (la norma trova applicazione anche al Milan A.C.)
Condono "tombale" (L. 289/2002): con la Finanziaria 2003 viene introdotto un condono "tombale" sulle imposte evase (beneficiano del condono "tombale" anche le imprese del gruppo Mediaset)
Incentivo per l'acquisto del decoder (L. 350/2003): con la Finanziaria 2004 viene introdotto un incentivo statale all'acquisto di decoder per DDT (la maggior beneficiaria della norma è la società Solari.com, principale distributore in Italia dei decoder digitali Amstrad del tipo "Mhp", che è controllata al 51 per cento da paolo e alessia berlusconi)
Riordino previdenza complementare (D.Lgs. 252/2005): riforma complessiva della previdenza complementare. Vengono introdotte una serie di norme che favoriscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale (beneficiano di queste disposizioni anche della società assicurative di proprietà della famiglia berlusconi)
Decreto anticrisi (D.L. 185/2008) aumento dal 10 al 20 per cento dell'IVA sui servizi di televisione a pagamento (la norma danneggia la "Sky Italia", principale competitore privato del gruppo Mediaset)
Decreto incentivi (D.L. 5/2009): aumento dal 10 al 20 per cento della quota di azioni proprie che ogni società può acquistare e detenere in portafoglio (la disposizione è stata immediatamente utilizzata dalla fininvest per aumentare il controllo su mediaset).

Alcuni esperti di diritto hanno anche definito "legge ad coalitionem" la legge elettorale del 2006 che, data la morfologia delle formazioni politiche all'atto delle elezioni governative, si riteneva dovesse permettere ai partiti della coalizione di centrodestra di ottenere un numero di seggi fortemente superiore rispetto a quanto sarebbe avvenuto con la precedente normativa, ma che in realtà non ha avuto altro effetto se non quello di alimentare la disgregazione, effetto tuttavia rovesciato nelle successive elezioni politiche del 2008 a causa di una nuova intervenuta conformazione partitica.
Ulteriore legge ad coalitionem può essere considerato il decreto legge 5 marzo 2010, n. 29, recante: "interpretazione autentica di disposizioni del procedimento elettorale e relativa disciplina di attuazione". Nelle presentazione delle liste elettorali per le elezioni regionali 2010 i rappresentati del PDL avevano depositato la documentazione necessaria oltre il termine previsto, il che aveva causato l'esclusione delle liste del PDL dalla competizione elettorale queste regioni. Con questo provvedimento si è cercato di sanare il ritardo, prevedendo che "il rispetto dei termini orari di presentazione delle liste si considera assolto quando, entro gli stessi, i delegati incaricati della presentazione delle liste, muniti della prescritta documentazione, abbiano fatto ingresso nei locali del Tribunale".
Devono inoltre considerarsi degli atti non di natura legislativa, quali:

il ricorso del governo contro la legge della regione Sardegna al divieto di costruire a meno di due chilometri dalle coste[7] (che bloccava, tra l'altro, l'edificazione di "Costa Turchese", insediamento di 250.000 metri cubi della Edilizia Alta Italia di marina berlusconi)
la modifica del Piano di assetto idrogeologico (PAI) dell'Autorità di bacino del fiume Po che permette la permanenza de "la Cascinazza" (estensione di oltre 500.000 metri quadrati) di proprietà della IEI di paolo berlusconi.

Da Wikipedia

Biografie. michela vittoria brambilla.


michela vittoria brambilla nasce il 26 Ottobre 1967 a Calolziocorte, fino ad allora ridente paesino nella provincia di Lecco (potenza evocativa e presaga dei nomi!). Poco si sa dei suoi studi. Modella, indossatrice per le calze Omsa e manichino vivente, tenta la scalata a miss Italia ma poi si dedica alla vendita di salami e di pesce affumicato (sarà per questo che è intesa come la trota salmonata?). Niente sa di turismo: viene prescelta come minestra del turismo. Mentre induce il povero silvio ad una ignobile manfrina per pubblicizzare le bellezze italiche («Questa è la nostra Italia! Un Paese unico, fatto di cielo, di sole e di mare, ma anche di storia, di cultura e di arte. È un Paese straordinario che devi ancora scoprire: impiega le tue vacanze per conoscere meglio l'Italia, la tua magica Italia»), pensa bene di trascorrere le vacanze in Francia, in Provenza, vicino Montecarlo.

Ammalia bondi che le dedica un'ode immor(t)ale:

A Michela Vittoria Brambilla
(alias Crudelia Sal(a)mon)

Ignara bellezza
Rubata sensualità
Fiore reclinato
Peccato d’amore.

Ma è il rude ferrara che si commuove fino a sbavare:

“è una persona seria… gavetta, sicurezza di sé, consapevolezza dei propri limiti… sguardo che uccide e, sui suoi tacchi alti a spillo, un’andatura barcollante e marziale insieme… è una dolce madre, una sposa senza fronzoli per la testa (Non si è mai sposata ma poco importa n.d.r), un imprenditore deciso a non perdere una lira, anzi… una proiezione fantastica, un Berlusconi in gonnella, in giovane età, con l’energia laser del fondatore di Forza Italia, con il suo stesso senso dell’organizzazione e del dettaglio, con una forza di volontà apparentemente comparabile a quella del leader che ha scelto e che l’ha scelta… il potenziale ed effettivo erede del fondatore… una sua reincarnazione giovane e femminile… la Brambilla a Palazzo Chigi! Un’immagine di una potenza suggestiva spaventosa… questa irruzione di nuova surrealtà che dovrebbe travolgere come le guardie rosse di Mao, e poi incorporare con la sapienza di Deng Xiaoping, il quartier generale berlusconiano…”.

Cosa volete aggiungere di più?

giovedì 2 settembre 2010

I diari


marcello dell'utri, noto bibliofilo amico di berlusconi e del mafioso mangano, si vanta di avere ritrovato i diari segreti di mussolini. Ovviamente la cosa fa scombisciare dalle risate tutti gli storici d'Italia ma non i giornali della famiglia berlusconi. Ma non basta! Sembrerebbe che nei prossimi giorni rivelerà l'esistenza dei diari di adamoedeva, dell'uomo di neanderthal, di mosè, dell'orso Yoghi, di Bubu, di renzoelucia e dell'innominato. Vane sono state invece le ricerche di un diario della ministra gelmini (che non sappia scrivere?). Per consolarsi marcello ha pensato di scrivere lui un diario "profetico" che ha intitolato "Le mie prigioni". Lo so il titolo non è originale sembra infatti che lo stesso diario lo abbia scritto Silvio....Pellico! Cosa avete pensato?