sabato 21 gennaio 2012

Padron 'Ntoni e i gattopardi


Quanta inutile e oscena retorica. Quanto vuoto populismo. Parole, proluvi di inutili parole, vuote, volgari. La violenza dei blocchi, attuata da padroncini foraggiati dalla minna statale ormai secca, sembra piccina, meschina se rapportata ai bisogni veri di chi soffre, di chi non ha un lavoro, di chi non ha diritti (penso agli immigrati). Anche i pescatori sputano sulla loro dignità rivendicando la pesca "du nannatu" e mano libera nella distruzione del patrimonio ittico: quanta distanza dalla compostezza di patron 'Ntoni! Per contro m'incazzo per l'afasia di un governo che non interviene, che lascia correre: "... che si ammazzino fra loro ...". Uno stato lontano, freddo che ti tratta come una colonia fastidiosa, una metastasi purulenta. La Sicilia dei gattopardi, dei gerarchetti, dei politici che ora gridano indignati ma ieri applaudivano il governo bossi-berlusconi-scilipoti mentre distruggeva artatamente il meridione. La Sicilia di chi rivendica un inutile, faraonico, ponte suillo stretto o finanziamenti al trasporto su ruote (disastroso per il territorio) mentre si fa togliere, zitta e accondiscendente, il trasporto ferroviario.
Mi rifaccio la bocca riprendendo un romanzo di un grande siciliano oggi morto, Vincenzo Consolo, "tutta l'espressione di quel volto era fissata, per sempre, nell'increspatura sottile, mobile, fuggevole dell'ironia, velo sublime d'aspro pudore con cui gli esseri intelligenti coprono la pietà...".

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