Un giornalista che fa bene il proprio mestiere nel nostro Paese è spesso sottoposto ad attacchi feroci, sovente basati su menzogne e mistificazioni. Questo è grave in qualunque parte del Paese avvenga, assume però una valenza inquietante e drammatica quando accade in terra di mafia e quando a essere oggetto di attacchi di tal fatta è un giornalista come Antonio Condorelli, che ha già subito pesanti minacce mafiose, al punto da indurre il Prefetto ad assegnargli una forma di tutela da parte delle forze dell’ordine. Quello che sta avvenendo a Catania contro Antonio Condorelli, finito al centro di una campagna mediatica orchestrata dai suoi ex editori, assume le caratteristiche di una vera intimidazione che mira non solo a delegittimarlo, infangando la sua storia personale e professionale, ma soprattutto a isolarlo, esponendolo così a rischi altissimi... Abbiamo già visto molti anni fa questo sistema di delegittimazione all’opera attorno all’assassinio mafioso di Giuseppe Fava. Un metodo riproposto in maniera agghiacciante. Ascoltiamo insinuazioni, menzogne, per distruggere un giornalista scomodo e pericoloso per un sistema che vede a Catania immutato l’intreccio scelerato tra mafia, massoneria, pezzi dell’economia, della politica, editoria e persino elementi delle istituzioni. Condorelli ha denunciato tutto questo con le carte alla mano, seguendo sempre un metodo rigorosissimo, che onora la professione... Per tutto questo siamo vicini ad Antonio Condorelli e non lo lasceremo solo.
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